Informe anónimo:
«Una cadena de un metro de largo fija en el tronco de un árbol, una caseta cubierta de malas hierbas, y él, en el silencio de la noche que tal vez estaba esperando ser liberado de su prisión por una mano amiga.
Esto es lo que lxs liberadorxs encontraron en Piove di Sacco (PADOVA), donde una pareja lo tuvo durante años, en la tierra y sin darle ningún cuidado veterinario. Parece que se han hecho muchos informes, pero los cuerpos competentes ni siquiera lo comprobaron. Cubierto de garrapatas, con unas condiciones de salud precarias, un problema grave en los ojos que limitaba su visión, los músculos de las extremidades casi ausentes debido a estar siempre encadenado.
Abrieron una puerta y entraron en el jardín entre los espesos arbustos y zarzas hasta llegar a la caseta del perro, completamente escondida por las ramas de un árbol y una jungla de malas hierbas, dan testimonio de la negligencia de las personas responsables de él. Con seguridad sacaron al su nuevo pequeño amigo. Lxs libertadorxs dejaron un mensaje en la pared de la casa,un claro mensaje: «nunca más esclavos en esa vivienda,o pagaréis las consecuencias«.
Tras limpiarle de garrapatas, ahora está bajo cuidados veterinarios y poco a poco está aprendiendo lo que significa correr y jugar, todo ello gracias al amor de su nueva familia.
EN UN ESTADO QUE PERMITE QUE ESTO OCURRA, SIEMPRE ESTAREMOS CON LA LIBERACIÓN Y ATACAREMOS A SUS EMPRESAS».
Italiano:
» Una catena lunga un metro fissata sul tronco di un albero, una cuccia ricoperta di erbacce, e lui, nel silenzio della notte che forse attendeva chissà da quanto una mano amica che potesse liberarlo dalla sua prigione. Questo è ciò che si sono trovati d’ innanzi gli angeli incappucciati a Piove di Sacco ( PADOVA ), dove una coppia lo deteneva da anni, in mezzo alla sporcizia, senza prestargli alcuna cura veterinaria. Sembra che siano state fatte molte segnalazioni, ma che gli organi competenti non siano neppure usciti a controllare. Ricoperto da zecche, condizioni di salute precarie con un grave problema agli occhi che gli limitava la vista, muscolatura degli arti quasi assente per la detenzione prolungata a catena. Scardinato un cancello i liberatori si sono fatti strada nel giardino tra i folti arbusti e rovi fino ad arrivare alla cuccia, completamente nascosta dai rami di un albero e da una giungla di piante infestanti testimoni dell’ incuria in cui vivono queste persone. Portato in salvo il piccolo amico i liberatori hanno lasciato un messaggio sul muro di cinta della casa, messaggio molto chiaro, mai più schiavi in quella dimora, o ne pagheranno le conseguenze.
Ripulito dalle zecche ora è sotto cura farmacologica e sta conoscendo pian piano cosa vuol dire correre e giocare, grazie anche all’ amore della sua nuova vera famiglia. «
IN UNO STATO LATITANTE CHE PERMETTE TUTTO QUESTO NOI SAREMO SEMPRE CON I LIBERATORI E DAREMO VOCE ALLE LORO IMPRESE.»